Castel Sant’Angelo: Storia del Castello dalla Costruzione ad Oggi

Se c’è un monumento che più di altri racconta la storia di Roma, quello è Castel Sant’Angelo.

La sua sagoma imponente si riflette da quasi duemila anni nelle acque del Tevere, diventando un punto di riferimento per viaggiatori, pellegrini e curiosi di ogni epoca.

Oggi lo conosciamo come museo nazionale, ma nei secoli è stato mausoleo imperiale, fortezza, residenza papale e prigione. Ogni trasformazione ha lasciato un segno visibile nella sua struttura, creando un edificio unico, dove storia, arte e leggenda si intrecciano.

Situato sulla sponda destra del Tevere, a pochi passi da San Pietro e dal Vaticano, il Castello è collegato al cuore della città dal suggestivo Ponte Sant’Angelo, ornato da statue che accolgono i visitatori in un percorso sospeso tra passato e presente.

Visitare Castel Sant’Angelo significa compiere un viaggio nel tempo, dalla Roma imperiale al Rinascimento, fino ad arrivare all’età moderna. È un luogo che non smette mai di sorprendere, perché custodisce sale affrescate, collezioni d’arte, antiche carceri e panorami mozzafiato sulla città.

Se stai pensando a un viaggio a Roma, questo è uno dei luoghi che non può mancare nel tuo itinerario. Acquista i tuoi biglietti per Castel Sant’Angelo e scopri dal vivo uno dei simboli più affascinanti della capitale.

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La Storia di Castel Sant’Angelo

Le origini: il Mausoleo di Adriano

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Adriano e Demetriano

Quando fu costruito, quello che oggi chiamiamo Castel Sant’Angelo non era un castello ma un mausoleo imperiale. Lo volle l’imperatore Adriano intorno al 123 d.C., per sé e per la sua famiglia, in un’area allora periferica di Roma chiamata Ager Vaticanus.

Il progetto fu affidato all’architetto Demetriano e terminato nel 139 d.C. sotto il successore Antonino Pio. La struttura, ispirata al Mausoleo di Augusto, era grandiosa:

  • una base quadrangolare rivestita in marmo bianco;
  • due cilindri sovrapposti che si restringevano verso l’alto;
  • un giardino pensile con alberi sempreverdi;
  • statue bronzee agli angoli e una quadriga in bronzo guidata dall’imperatore sulla sommità.

Il mausoleo era collegato al resto della città dal Pons Aelius, l’attuale Ponte Sant’Angelo, che ne costituiva l’ingresso monumentale. Al suo interno custodiva la Sala delle Urne, destinata ad accogliere le ceneri della dinastia imperiale.

Qui furono sepolti, oltre ad Adriano e alla moglie Vibia Sabina, anche Antonino Pio, Marco Aurelio, Commodo, Settimio Severo, Giulia Domna, Caracalla e altri membri della famiglia imperiale.

Per circa 150 anni il mausoleo assolse alla sua funzione originaria. Poi, con le invasioni barbariche e la costruzione delle Mura Aureliane, perse definitivamente il suo ruolo funerario per trasformarsi in fortezza militare.

Vuoi scoprire come nacque questa trasformazione? Continua a leggere la sezione successiva e, se stai programmando la tua visita, non dimenticare di prenotare i biglietti per Castel Sant’Angelo per ammirare da vicino i resti ancora visibili del Mausoleo di Adriano.

Da mausoleo a fortezza

La storia di Castel Sant’Angelo cambia radicalmente nel 403 d.C.. L’imperatore Onorio decide infatti di includere la Mole Adriana all’interno delle Mura Aureliane, trasformandola da sepolcro a fortezza militare.

Questa scelta segna la fine della funzione funeraria e l’inizio della seconda vita del monumento. Il mausoleo diventa un castellum, un avamposto difensivo avanzato sul Tevere, pronto a proteggere la città da invasioni e assedi.

Proprio in questo periodo la struttura rivela tutta la sua importanza. Durante il sacco di Roma del 410 d.C. da parte dei Visigoti di Alarico e poi nel 455 d.C. con i Vandali di Genserico, il castello fu un punto strategico per la difesa della capitale.

Con il passare dei secoli, Castel Sant’Angelo si consolida come fortezza inespugnabile, adattata di volta in volta alle nuove esigenze militari. Nei fossati furono ritrovati reperti come il celebre Fauno Barberini, probabilmente usato come arma di difesa durante un assedio.

La sua posizione, a metà strada tra il Tevere e il Vaticano, lo rendeva non solo un bastione militare, ma anche un simbolo di potere. È proprio da questa fase che l’edificio comincia a guadagnarsi la fama di roccaforte indistruttibile, destinata ad accompagnare Roma nei secoli successivi.

Castel Sant’Angelo nel Medioevo

Con la caduta dell’Impero Romano, Castel Sant’Angelo assume un nuovo ruolo di roccaforte contesa. Dal X secolo diventa il fulcro di lotte tra le grandi famiglie romane: prima i Teofilatti, poi i Crescenzi, i Pierleoni e infine gli Orsini.

Non a caso, in quel periodo il castello era conosciuto come Castrum Crescentii, proprio in onore della famiglia che lo fortificò a lungo. Le mura, le torri e i bastioni vennero rafforzati per resistere a guerre e sommosse, rendendo il complesso ancora più temibile.

Il vero punto di svolta arriva con papa Niccolò III Orsini (1277). Fu lui a volere la costruzione del celebre Passetto di Borgo, il corridoio fortificato che collega direttamente Castel Sant’Angelo con la Basilica di San Pietro. Questo passaggio segreto, lungo circa 800 metri, permise ai papi di avere un rifugio sicuro in caso di attacco.

Dal 1367, con la consegna delle chiavi a papa Urbano V, Castel Sant’Angelo diventa definitivamente proprietà della Chiesa. Da quel momento la sua storia è indissolubilmente legata ai pontefici: rifugio nei momenti di pericolo, deposito del Tesoro Vaticano, tribunale e perfino prigione di Stato.

La fama di imprendibilità, unita alla posizione strategica, lo rende uno dei luoghi più importanti del potere papale. È in questa fase che Castel Sant’Angelo cessa di essere solo un fortilizio e inizia a trasformarsi in residenza pontificia fortificata, preludio alle sontuose modifiche rinascimentali.

Rinascimento e papi

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Statua di Bacco scagliata contro i nemici

Tra Quattrocento e Cinquecento Castel Sant’Angelo conosce una nuova stagione. Da semplice fortezza si trasforma in una residenza papale fortificata, luogo sicuro ma anche ricco di sfarzo e arte.

Il primo a imprimere un cambiamento radicale fu papa Alessandro VI Borgia (1492-1503). Con l’aiuto dell’architetto Antonio da Sangallo il Vecchio, fece costruire nuovi bastioni, un torrione d’ingresso e un fossato difensivo. Ma non solo: il castello divenne anche una reggia, con appartamenti affrescati dal Pinturicchio, giardini e fontane.

Il successore, Giulio II Della Rovere, preferì abitare per quasi un anno nel castello piuttosto che in Vaticano. Fece realizzare la celebre Loggia sul Tevere e commissionò interventi a maestri come Michelangelo, chiamato a lavorare sulla cappella dedicata ai SS. Cosma e Damiano.

Durante il Rinascimento, Castel Sant’Angelo non perse mai la sua funzione difensiva. Lo dimostrò nel 1527, quando papa Clemente VII resistette per sette mesi all’assedio dei Lanzichenecchi di Carlo V, rifugiandosi nel castello e utilizzando il Passetto di Borgo come via di fuga.

Nei decenni successivi altri pontefici, come Paolo III Farnese e Paolo IV Carafa, arricchirono il castello con sale affrescate, logge e soprattutto con la costruzione della cinta bastionata pentagonale, che ancora oggi circonda la struttura.

Il Rinascimento segnò così l’equilibrio perfetto tra funzione militare e splendore artistico. Un castello che era insieme fortezza, palazzo e simbolo di potere.

Vuoi vedere di persona gli affreschi e le logge dei papi rinascimentali? Acquista qui i biglietti per Castel Sant’Angelo e immergiti nella sua atmosfera unica tra arte e storia.

Castel Sant’Angelo dall’età moderna al Risorgimento

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Banchetti nelle residenze papali a Castello

Dal Seicento in poi, Castel Sant’Angelo continua a trasformarsi seguendo le esigenze del tempo. Con papa Paolo IV viene realizzata la cinta bastionata pentagonale, mentre Urbano VIII Barberini ordina la demolizione di alcune strutture precedenti e lo spostamento dell’ingresso principale. È un’epoca di grandi lavori di difesa, con nuovi posti di guardia e cortine murarie.

Nel Seicento e Settecento, il castello rimane al centro della vita papale come fortezza, prigione e arsenale. Alcuni pontefici lo utilizzano anche per celebrare il potere della Chiesa con ulteriori abbellimenti.

Con l’arrivo dell’Ottocento e il declino del potere temporale dei papi, Castel Sant’Angelo cambia di nuovo funzione. Durante il periodo napoleonico e poi dopo l’Unità d’Italia, viene usato come carcere politico e successivamente come caserma.

Il grande passo arriva nel 1906, quando, grazie ai restauri diretti dal marchese Luigi Durand de la Penne e dal collaboratore Mariano Borgatti, l’edificio diventa sede del Museo dell’Ingegneria Militare. Nel corso del Ventennio fascista (1933-1934) si procede a nuovi interventi: vengono ripristinati i fossati e i bastioni, demolite le casermette ottocentesche e sistemata l’area a giardino.

Da allora Castel Sant’Angelo è definitivamente consacrato alla cultura, fino a diventare l’attuale Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, una delle attrazioni più visitate di Roma.

Perché si chiama Castel Sant’Angelo: la leggenda dell’Arcangelo Michele

Il nome Castel Sant’Angelo nasce da una leggenda del VI secolo che unisce storia, fede e miracolo. Nel 590 d.C., durante una terribile epidemia di peste che devastava Roma, il nuovo pontefice Gregorio Magno guidò una solenne processione penitenziale per invocare la fine del flagello.

Mentre il corteo attraversava il Ponte Elio, il papa alzò lo sguardo verso la cima della Mole Adriana e vide l’Arcangelo Michele che rinfoderava la sua spada. Quel gesto fu interpretato come un segno divino: la peste stava finendo e la città era salva.

Da allora il mausoleo prese il nome di Castel Sant’Angelo

Sulla sua sommità venne costruita una cappella dedicata a San Michele e, nei secoli, il monumento fu arricchito da diverse statue raffiguranti l’arcangelo. 

La prima fu in legno, seguita da una in marmo distrutta durante una sommossa nel 1379. Successivamente fu collocata una statua in marmo con ali in bronzo, che però andò in frantumi a causa dell’esplosione di un deposito di polvere da sparo colpito da un fulmine. Nel 1527, invece, una statua in bronzo venne fusa per ricavare cannoni durante il sacco di Roma. 

Solo nel 1753, lo scultore fiammingo Peter Anton von Verschaffelt realizzò l’imponente statua in bronzo che ancora oggi domina il castello e veglia sulla città.

L’angelo in cima alla fortezza non è quindi soltanto un elemento decorativo, ma un simbolo di protezione e speranza per i romani.

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Leggende di Castel Sant’Angelo

La storia di Castel Sant’Angelo non è fatta solo di guerre, papi e trasformazioni architettoniche. Nei secoli, le sue mura hanno alimentato un ricco patrimonio di leggende e racconti popolari, che ancora oggi affascinano visitatori e romani.

La leggenda del mago Bailardo

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La leggenda del Mago Bailardo

Tra le storie più affascinanti legate a Castel Sant’Angelo c’è quella del mago Pietro Bailardo, figura misteriosa che avrebbe vissuto nel Quattrocento. Considerato un uomo colto e potente, esperto di arti occulte, si dice avesse studiato sul leggendario Libro del comando, un testo di magia antichissimo attribuito addirittura a Virgilio.

Secondo la tradizione, Bailardo venne arrestato e rinchiuso nelle buie prigioni del castello. Ma la sua fama non lo abbandonò neanche dietro le sbarre. Ai compagni di cella avrebbe confessato di essere in grado di compiere incantesimi straordinari e di poterli far evadere tutti in un solo giorno.

La notte seguente, il mago si avvicinò alla parete che dava verso l’esterno e, con un rametto bruciato, tracciò il disegno di una barca. Pronunciando formule magiche, l’immagine divenne reale. I prigionieri salirono a bordo e la barca, guidata dagli incantesimi di Bailardo, prese il largo navigando veloce sul Tevere, portandoli in salvo.

Il mago però non abbandonò del tutto la cella. Lasciò dietro di sé una sorta di illusione, una copia del suo corpo, dicendo di voler assistere al volto stupito dei carcerieri quando si fossero accorti della sua fuga.

Questa leggenda, sospesa tra magia e immaginazione popolare, ha contribuito a rendere Castel Sant’Angelo un luogo non solo di storia e potere, ma anche di mistero e suggestione.

La leggenda di Beatrice Cenci a Castel Sant’Angelo

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Il fantasma di Beatrice Cenci

Tra le storie più drammatiche legate a Castel Sant’Angelo c’è quella di Beatrice Cenci, giovane nobildonna romana vissuta tra Cinquecento e Seicento. Figlia del conte Francesco Cenci, uomo violento e temuto, Beatrice crebbe in un clima di abusi e soprusi che la spinsero, insieme alla famiglia, a ribellarsi.

Nel 1598, dopo anni di sofferenze, Beatrice e alcuni complici organizzarono l’omicidio del padre. Il delitto, compiuto nella rocca di Petrella Salto, destò grande clamore. Nonostante le giustificazioni legate alle violenze subite, la giustizia pontificia fu inflessibile: Beatrice e i familiari furono accusati di parricidio.

Il processo fu lungo e crudele. Beatrice, insieme alla matrigna e ai fratelli, venne sottoposta a torture fino a confessare. La condanna a morte arrivò rapidamente e l’11 settembre 1599 la giovane venne giustiziata proprio a Castel Sant’Angelo, davanti a una folla enorme che assisteva attonita.

Da allora nacque una leggenda destinata a sopravvivere nei secoli. Si racconta che, nella notte tra il 10 e l’11 settembre, lo spirito di Beatrice Cenci riappaia sul Ponte Sant’Angelo, camminando lentamente verso il patibolo e portando tra le mani la propria testa mozzata.

Questo racconto, sospeso tra tragedia storica e mito popolare, ha reso Beatrice un simbolo della lotta contro l’oppressione e ha alimentato il fascino oscuro di Castel Sant’Angelo.

La leggenda dell’Angelo sulla sommità del castello

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Leggenda dell’Angelo

Tra le tante storie legate a Castel Sant’Angelo, la più celebre è quella che spiega perché questo monumento porta il nome dell’Arcangelo Michele.

Come già raccontato nelle sezioni precedenti, siamo nel 590 d.C.. Roma è piegata da una terribile epidemia di peste. Le strade sono piene di disperazione e il nuovo papa, Gregorio Magno, decide di affidare la salvezza della città a una grande processione penitenziale. Migliaia di fedeli attraversano il Ponte Elio, guidati dal pontefice, pregando per la fine della tragedia.

Proprio in quel momento accade qualcosa di straordinario. Gregorio alza lo sguardo verso la sommità del mausoleo di Adriano e vede l’Arcangelo Michele. L’angelo appare imponente, avvolto di luce, e lentamente rinfodera la spada che fino a un attimo prima teneva sguainata. Per il papa non ci sono dubbi: è il segno che la peste è finita e che la protezione divina veglia su Roma.

Da quel giorno il mausoleo prese il nome di Castel Sant’Angelo e, in suo onore, venne costruita una piccola cappella dedicata a San Michele sulla sommità. Nei secoli successivi la leggenda venne rinnovata più volte con nuove statue dell’arcangelo, fino all’attuale scultura in bronzo del 1753, opera dello scultore fiammingo Peter Anton von Verschaffelt, che ancora oggi domina il cielo di Roma.

La figura dell’angelo che veglia sulla città è diventata così un simbolo di protezione e speranza, un’immagine che accompagna Roma da più di mille anni.

Mastro Titta, il boia di Roma

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Mastro Titta, il boia di Roma

Non tutte le storie di Castel Sant’Angelo hanno il sapore della leggenda. Alcune sono vere e proprie pagine di cronaca nera, rese ancora più inquietanti dalla presenza di personaggi realmente esistiti. Uno di questi è Giovanni Battista Bugatti, passato alla storia con il soprannome di Mastro Titta, il più celebre boia di Roma.

Vissuto tra 1779 e 1869, Mastro Titta esercitò la sua macabra professione per oltre 68 anni, eseguendo più di 500 condanne a morte per conto dello Stato Pontificio. Molte di queste esecuzioni avvenivano proprio a Castel Sant’Angelo, in quella piazza che per secoli fu teatro di patiboli ed esecuzioni pubbliche.

Nonostante il suo ruolo temuto, Mastro Titta era una figura quasi leggendaria per i romani. Quando non indossava il cappuccio rosso da boia, gestiva una piccola bottega di ombrelli. La sua doppia vita alimentò racconti popolari e superstizioni, trasformandolo in un personaggio sospeso tra realtà e mito.

Ancora oggi, la sua memoria aleggia intorno a Castel Sant’Angelo. Alcuni sostengono che il suo fantasma si aggiri nelle strade vicine, come un’ombra inquieta che ricorda le esecuzioni di un’epoca passata.

Curiosità su Castel Sant’Angelo

Oltre alla sua lunga storia, Castel Sant’Angelo è un luogo che custodisce curiosità affascinanti, spesso poco conosciute, che ne aumentano il fascino.

Una delle più suggestive riguarda proprio la statua dell’Arcangelo Michele sulla sommità. Non è sempre stata quella che vediamo oggi. Nei secoli si sono succedute diverse versioni: la prima in legno, poi una in marmo distrutta durante una sommossa, un’altra in marmo con ali di bronzo spezzata da un fulmine, e perfino una statua in bronzo fusa nel 1527 per ricavarne cannoni durante il sacco di Roma. Solo nel 1753 arrivò l’attuale scultura in bronzo, opera dello scultore fiammingo Peter Anton von Verschaffelt, che ancora oggi domina il cielo di Roma.

Ma il castello è famoso anche per le sue prigioni oscure. Nei sotterranei vennero rinchiusi personaggi celebri come Giordano Bruno, Benvenuto Cellini e il conte di Cagliostro. Lo stesso Cellini, artista e avventuriero, riuscì persino a evadere con una fuga rocambolesca, calandosi con lenzuola annodate dalle mura del castello durante una festa. Alcune delle celle, come la temuta San Marocco, erano riservate ai detenuti di alto profilo e incutevano timore per la loro durezza.

Tra le figure più discusse legate al castello c’è anche Mastro Titta, il boia ufficiale di Roma per quasi settant’anni, che eseguì centinaia di condanne proprio nella piazza antistante. La sua presenza ha contribuito a rafforzare la fama del luogo come teatro di eventi tragici e leggende nere.

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Castel Sant’Angelo oggi: museo, Passetto di Borgo e visite

Oggi Castel Sant’Angelo è una delle mete più visitate di Roma e ospita il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo. Camminare al suo interno significa attraversare secoli di storia: dalle sale imperiali alla Sala Paolina affrescata, dalle logge rinascimentali fino alle antiche carceri e ai depositi militari.

Il museo custodisce una ricca collezione di armi, dipinti, ceramiche e sculture, insieme a testimonianze della vita quotidiana dei papi che qui hanno vissuto nei secoli. Tra le stanze più suggestive c’è la Sala delle Urne, che conserva i resti della struttura funeraria originaria di Adriano, e la Loggia di Giulio II, che regala scorci spettacolari sul Tevere.

Uno dei momenti più emozionanti della visita è salire fino alla terrazza panoramica, proprio sotto la statua dell’Arcangelo Michele. Da qui lo sguardo abbraccia piazza San Pietro, il Vaticano, i tetti del centro storico e le anse del Tevere. Un panorama che ripaga da solo l’intera visita.

Non meno affascinante è il Passetto di Borgo, il corridoio fortificato lungo circa 800 metri che collega il Vaticano con il castello. Utilizzato per secoli dai papi come via di fuga in caso di pericolo, oggi è accessibile solo in occasione di visite speciali, ma continua a rappresentare uno dei luoghi più misteriosi e suggestivi della città.

Vuoi vedere com’è oggi il castello? Ecco una guida completa agli interni di Castel Sant’Angelo.

FAQ su Castel Sant’Angelo Roma

Chi ha costruito Castel Sant’Angelo?

Il monumento fu fatto costruire dall’imperatore Adriano tra il 123 e il 139 d.C. come mausoleo per sé e la sua famiglia. Il progetto fu affidato all’architetto Demetriano.

Perché si chiama Castel Sant’Angelo?

Il nome deriva dalla leggenda dell’Arcangelo Michele. Nel 590 d.C. papa Gregorio Magno vide l’angelo rinfoderare la spada sulla sommità del mausoleo, segno della fine della peste. Da allora l’edificio fu chiamato Castel Sant’Angelo.

Chi è sepolto a Castel Sant’Angelo?

All’interno del mausoleo vennero deposte le ceneri di Adriano, della moglie Vibia Sabina, di Antonino Pio, Marco Aurelio, Commodo, Settimio Severo, Giulia Domna, Caracalla e altri membri della dinastia imperiale.

Quali funzioni ha avuto Castel Sant’Angelo nella storia?

Nel corso dei secoli è stato mausoleo imperiale, fortezza militare, residenza papale, prigione di Stato e infine museo nazionale. Questa straordinaria trasformazione lo rende un monumento unico al mondo.

Cosa vedere oggi a Castel Sant’Angelo?

Durante la visita puoi esplorare le sale affrescate, le antiche prigioni, la Sala delle Urne, il Passetto di Borgo e salire sulla terrazza panoramica, da cui ammirare Roma e San Pietro.

Dove acquistare i biglietti per Castel Sant’Angelo?

Puoi acquistare i tuoi biglietti online per Castel Sant’Angelo alla nostra pagina biglietti ed assicurarti l’ingresso senza attese. Ti permetteranno di vivere un viaggio indimenticabile tra storia, arte e leggende.

Conclusioni

La storia di Castel Sant’Angelo è un viaggio lungo quasi duemila anni. Nato come mausoleo di Adriano, divenne fortezza militare, poi residenza papale, carcere e infine museo nazionale.

Ogni epoca ha lasciato la sua impronta, trasformando il castello in un monumento unico, dove storia e leggenda convivono senza soluzione di continuità.

Qui puoi incontrare la grandezza dell’antica Roma, le paure del Medioevo, lo splendore del Rinascimento e le ombre delle prigioni papali. Puoi scoprire le leggende dell’Arcangelo Michele, del mago Bailardo, di Beatrice Cenci e rivivere i secoli in cui Castel Sant’Angelo era il cuore del potere e della difesa della città.

Oggi il castello è uno dei luoghi più amati dai viaggiatori, non solo per le sue collezioni d’arte e per gli affreschi, ma anche per la vista panoramica che regala dalla sua terrazza, una delle più belle di Roma.

Se vuoi scoprire gli aneddoti e i segreti meno noti, leggi le nostre curiosità su Castel Sant’Angelo.

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